CARNIA- Elettrodotto, anche l’Udc affronta il tema

Il tema dell’elettrodotto Würmlach – Somplago è stato al centro del dibattito sviluppatosi durante l’ultima riunione del Comitato carnico dell’Udc a Tolmezzo. «Il fatto che nella Conferenza dei servizi svoltasi a Roma sia stata rimandata ogni decisione per motivi di carattere formale – si legge in una nota – non modifica il giudizio sul metodo inacettabile con il quale è stato posto il problema ed il progetto, soprattutto se è vero che è già intervenuta l’approvazione della Regione. Una volta riconosciuto l’interesse pubblico della questione (“in questo caso – ha affermato l’assessore provinciale allo sviluppo della montagna, Vittorio Caroli – costituita dal mantenimento dell’occupazione nella zona industriale di Osoppo”), se ne può discutere per verificare se esista o meno una soluzione con un impatto ambientale sostenibile che possa portare dei vantaggi anche alle popolazioni dei territori attraversati. L’importante – precisano gli esponenti dell’Udc – è discuterne prima e non a cose fatte, dando per scontato che il parere di qualche rappresentante regionale possa sostituire l’opinione della gente». A conclusione dell’incontro è stato approvato all’unanimità un documento da inviare agli esponenti istituzionali dell’Udc per richiamarli ad una maggiore attenzione ai problemi della montagna, «perché – si sottolinea – la gente è stanca di essere presa in giro». Nel documento si ricorda che sull’energia, prodotta in gran parte in montagna, si potrebbe immaginare un differenziale di costo a favore di chi vive in montagna, senza offrire la beffa delle servitù e dei danni provocati da un elettrodotto finalizzato ad agevolare le aziende della pianura. «Interventi – prosegue la nota – che non si capisce come possano inserirsi in un coerente Piano energetico regionale». Perplessità da parte dei rappresentanti dell’Udc sono state espresse anche sulla gestione delle centraline idroelettriche e delle energie alternative, con particolare riferimento al riutilizzo delle biomasse, «risorsa che attualmente, – conclude la nota – la montagna sta sprecando».