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Il CAI FVG chiede alla Regione di rivedere i progetti per i poli sciistici

Il recente piano di investimenti per la montagna della Giunta regionale, pari ad oltre 57 milioni di euro su un arco triennale, prevede un considerevole impiego di risorse destinate principalmente ai poli sciistici.

“Una scelta che appare, per molti versi, sorprendente, ad esempio in relazione alle precedenti posizioni di Promoturismo Fvg, ma soprattutto, ai nostri occhi, alquanto deludente laddove rivela una visione di sviluppo che appare già oggi del tutto superata, verosimilmente destinata all’insuccesso economico, pregiudizievole per la sorte di beni e risorse naturali e infine del tutto disinteressata alle promettenti prospettive di una fruizione davvero alternativa dell’ambiente montano, da più parti invocata in quanto capace di assicurare un concreto sviluppo duraturo, armonico ed effettivamente sostenibile”. Così il presidente del Cai Friuli Venezia Giulia, Silverio Giurgevich, in una nota trasmessa al presidente della Regione, Massimiliano Fedriga, e presentata la scorsa settimana all’assessore Sergio Emidio Bini, nel corso di un incontro di una delegazione del Cai regionale con l’Assessore al Turismo.

Oltre a rimarcare l’inatteso cambio di rotta di Promoturismo, che nel “Piano Montagna365” del 2019 individuava i limiti di una strategia basata unicamente sulla pratica dello sci alpino anche a causa dell’evoluzione climatica attesa, il Cai Fvg ha sottoposto all’attenzione della Giunta regionale l’analisi contenuta nel documento nazionale “Cambiamenti climatici, neve, industria dello sci”, con cui il Club Alpino Italiano motiva la propria contrarietà alla creazione di nuovi impianti sciistici e all’ampliamento di quelli esistenti, offrendo al contempo proposte puntuali per orientare le politiche per le terre alte in un’ottica ambientale e di vivibilità, con scelte realmente remunerative.

Rispetto alle linee nazionali, le iniziative locali in fase di progettazione o autorizzazione che preoccupano maggiormente il Cai, poiché si inseriscono in contesti naturali intatti o all’interno di aree protette o a bassa quota, sono quelle previste nel Polo di Tarvisio (sia il nuovo impianto di Valbruna al Lussari, che la nuova pista Lazzaro, con arrivo a soli 800 m di altitudine), nel Polo di Forni di Sopra/Sauris (nuovo impianto del Monte Simon), nel Polo di Sella Nevea (nuovo impianto sul Montasio).

Vengono rilevate criticità anche nel Polo di Sappada, dove il collegamento tra le aree Pista Nera – Pian dei Nidi andrebbe a insistere su una zona, pur contigua all’esistente, avente vincoli ambientali (ZPS), oltre a presentare importanti problematiche morfologiche e idrogeologiche.

Il Cai Fvg ha inoltre evidenziato la necessità della rimozione dei ruderi che ancora persistono dall’avvenuta dismissione di vecchi impianti sciistici e che deturpano l’ambiente in numerose località delle nostre montagne.

Giurgevich ha infine ribadito nella nota la disponibilità del Cai al dialogo e al confronto con l’Amministrazione regionale su tali tematiche, oltretutto in un momento in cui si colgono “incoraggianti segnali di attenzione per una montagna in grado di offrire tantissime opportunità in termini di appaganti alternative alla ‘monocultura dello sci’, ma anche prospettive di lavoro, di fare impresa”.