La crisi del settore zootecnico frena l’asta di Tolmezzo
Molto bene la presenza di pubblico (oltre 200 gli allevatori presenti) ma l’andamento del mercato non ha soddisfatto le aspettative dei 10 allevatori che hanno posto in vendita oltre 30 capi, tutti monticati in malga questa estate, aspetto fondamentale per gli allevatori attivi nell’area montana. Le difficoltà del settore, infatti, hanno frenato gli acquisti al Pala Aste di Tolmezzo questa mattina alla III edizione dell’asta d’autunno di bovina da latte organizzata dall’Associazione Allevatori del Fvg. “Il lieve aumento del prezzo del latte, la stanchezza del mercato della carne – ha spiegato il direttore dell’associazione Allevatori del Fvg Oliviero Della Picca – non sono riusciti a compensare gli aumenti del prezzi dei mangimi determinati da un incremento del costo di materie prime come soia e mais. Ne è derivata una seduta stanca anche se la grande partecipazione evidenzia senza ombra di dubbio l’interesse per gli allevatori per questa iniziativa che rientra nelle attività dell’Associazione Allevatori volte alla valorizzazione degli allevamenti di montagna e nella promozione dei prodotti”.
Un invito agli allevatori a tenere duro e a superare anche questa crisi “che non è la peggiore” è arrivato dal vice presidente dell’Ara ed allevatore lui stesi, Claudio Peresson che, ribadita l’utilità dell’asta bovina a Tolmezzo, sia come occasione commerciale sia come momento di incontro e di confronto fra gli allevatori, ha invitato ad avere fiducia e a credere nelle potenzialità dell’allevamento bovino di montagna l’ottima qualità degli animali posti in vendita e tutti già monticati”. Nel corso dell’asta sono stati premiati Giuliana De Monte di Socchieve per la qualità della presentazione degli animali; Bruno Petris di Villa Santina per il maggior numero di capi posti in vendita (5) e Walter Cimenti e Maurizio Dario di Enemonzo per la somma più alta pagata per una vacca.