Uno spiraglio per i dipendenti della Gds di Amaro

Si apre uno spiraglio per i 15 dipendenti della Gds di Amaro, l’azienda specializzata in montaggio di componenti su scheda su linea Smt e assemblaggio e collaudi di schede elettroniche che ha annunciato, a luglio, la prossima chiusura.
Nei giorni scorsi si è infatti tenuto in incontro, presso la sede di Agemont (Agenzia per lo sviluppo economico della montagna), ad Amaro, che ha visto la partecipazione del direttore dell’Agenzia Luigino Maravai, del consigliere regionale Luigi Cacitti, dei rappresentanti delle sigle sindacali Fiom e Cisl Alto Friuli e dell’ad di Gds Eveljn Vendramini oltre ad alcuni imprenditori che potrebbero essere interessati all’acquisizione del ramo dell’azienda ubicato in Carnia (la sede principale è a Cornedo Vicentino). Una soluzione auspicata soprattutto nell’ottica di mantenere la realtà produttiva sul territorio e salvaguardare i 15 posti di lavoro, tutti occupati da carnici.
A ricoprire il ruolo di regia, in questo percorso, sarà Agemont, che farà da regista fra l’azienda, le istituzioni, i sindacati e il mondo imprenditoriale carnico.
“Ci sono le premesse per il coinvolgimento di qualche imprenditore friulano – ha affermato il consigliere regionale Cacitti – e contiamo quindi di risolvere positivamente questa situazione. Il problema dell’occupazione, infatti, è particolarmente sentito nell’area montana, e ci stiamo attivando affinché tutte le realtà interessate facciano gioco di squadra per trovare una soluzione adeguata al problema. Assumere un atteggiamento positivo e propositivo, in questo momento, è fondamentale, perché in questo modo si rafforza l’impegno di tutti i soggetti interessati. Non dobbiamo però dimenticare – ha precisato – che per salvare o incrementare i posti di lavoro è necessario operare delle scelte a favore di nuove infrastrutture, in grado di assicurare benefici alle imprese che decidono di insediarsi in montagna”.
Registrato l’interesse di alcuni imprenditori a rilevare il ramo d’azienda di Amaro della Gds, Agemont continuerà nell’attività di coordinamento per approfondire tale possibilità e seguire passo passo l’iter che potrebbe tenere in vita l’impresa.
“Nei prossimi giorni – ha spiegato Maravai – proseguiremo le trattative vagliando con attenzione le diverse possibilità. Mantenere sul territorio un’azienda di alto livello nel settore dell’innovazione tecnologica è infatti importate per tutto il sistema economico della montagna, che vede in questo settore un elemento strategico per crescere”.