Badanti, corso di formazione dell’ASS 3 Alto Friuli
Il Servizio sociale dei Comuni dell’Ambito “Gemonese, Canal del Ferro, Val Canale” dell’Azienda per i Servizi Sanitari n. 3 “Alto Friuli”, propone per i mesi di settembre – ottobre 2010 un’iniziativa di formazione e consulenza alle assistenti familiari. Sarà articolata su quattro pomeriggi nelle giornate di mercoledì 22 settembre (dalle ore 14.00 alle ore 17.00), 29 settembre, 6 ottobre e 13 ottobre (dalle 14.30 alle 17.00) presso la sede del Servizio sociale in piazzetta Baldissera n. 2 a Gemona del Friuli.
Questa iniziativa, realizzata grazie ad un finanziamento regionale ai sensi della L.R. 24/2004 all’interno di un progetto denominato “Interventi informativi, di formazione e supporto alle assistenti familiari, in particolare straniere, di promozione della reciproca conoscenza e dell’incontro tra di esse e la comunità locale”, ha l’obiettivo di mettere a disposizione informazioni, conoscenze e competenze del settore socio-sanitario alle assistenti familiari per supportarle nella loro attività di cura. Oltre ad essere un’opportunità volta alla qualificazione del lavoro, il programma vuole offrire informazioni e testimonianze sui temi dell’inclusione socio-culturale e lavorativa, nonché offrire un’occasione alle partecipanti di esprimere idee e proposte per migliorare la qualità della propria vita nella comunità di appartenenza. Oltre ai formatori afferenti ai servizi socio-sanitari e agli esperti del settore “dell’incontro tra domanda e offerta del lavoro”, ci sarà anche la presenza di una mediatrice linguistica e culturale.
Questo ciclo di incontri si inquadra in un percorso di azioni di supporto al lavoro di cura dei familiari e delle assistenti familiari che l’A.S.S. n. 3 “Alto Friuli” da anni propone in collaborazione con i servizi distrettuali.
“ Nell’universo di quanti, al domicilio, si occupano dell’assistenza della persona non autosufficiente, la figura della badante straniera è quella che frequentemente si assume un forte carico in termini di impegno, a volte è l’unica alternativa possibile alla risposta istituzionalizzante della casa di riposo.” Spiega Daniela De Narda, responsabile del progetto. “Accade spesso però che le assistenti familiari presentino difficoltà, ad esempio, sul versante della qualificazione, dell’adattamento linguistico – culturale, aggravato dalla lontananza degli affetti e dalla distanza geografica dai luoghi familiari e di origine, ecc; aspetti questi che inevitabilmente generano difficoltà di convivenza, insofferenze relazionali, incapacità di mediazioni tra badante e assistito (o suoi familiari).
Per questo motivo la valorizzazione, il riconoscimento ed il sostegno del lavoro di cura garantito dalle badanti è un’azione prioritaria nelle politiche di sostegno alla domiciliarità, al fine di promuovere forme di convivenza adeguate e funzionali a garanzia di una qualità di vita – per anziani e badanti – più soddisfacente e appagante.”
Per informazioni ed iscrizioni è possibile rivolgersi al Servizio sociale dei Comuni 0432-989536, 989537, 989542