Grandissimo successo per il Capodanno a Gemona
Non si sono fatte spaventare dal maltempo. Non dalle erte, che una volta parcheggiata (chissà dove) l’auto, hanno dovuto affrontare per raggiungere un’affollatissima piazza del Ferro. La notte di Capodanno oltre diecimila persone hanno accettato l’invito di amministratori e associazioni locali, ritrovandosi in centro storico a Gemona per aspettare, assieme, l’arrivo del 2010. |
Con tanto di conto alla rovescia, partito trenta secondi prima dell’attesa mezzanotte, cui dal palco hanno dato voce i sindaci di Artegna, Montenars, Bordano, Trasaghis, Osoppo e naturalmente Gemona. Tutto ha funzionato in modo “svizzero”, soprattutto grazie all’eccellente performsance di tante associazioni locali e Pro Loco. Dai chioschi-ristoro, che hanno sfornato una quantità di piatti della tradizione gastronomica friulana, passando per il servizio di bus navetta, che dai paesi del mandamento ha portato la gente in città, per finire con la musica di Radio Studio Nord, suonata fino a tarda notte, e con i fuochi d’artificio esplosi per la meraviglia di grandi e piccini. Se all’inizio gli organizzatori avevano pensato a una festa “toccata e fuga” – un brindisi, insomma, accompagnato dai fuochi e da un po’ di musica -, qualcuno s’è fatto (felicemente) prendere la mano, trasformando un semplice scambio d’auguri in una festa di piazza dalle dimensioni inedite. Sia per durata, che per numero di visitatori. La kermesse è infatti iniziata verso le 18.30, richiamando a sé famiglie e gruppi di amici, che al tradizionale cenone hanno preferito la piazza e un piatto veloce, ma gustoso, seguito da una passeggiata tra le vie del centro storico gemonese, quindi il rientro a casa. Di buon’ora, per portare a letto i bimbi. E alle 22 il testimone è passato nelle mani dei “giovani”, che l’hanno tenuto in caldo fin oltre le 4 del mattino. Tra danze, stuzzichini di mezzanotte, chiacchiere e brindisi. Dal palco i sindaci, assieme a monsignor Gastone Candusso, hanno scandito, per un minuto, l’avvicinarsi del 2010. E la tradizione è stata rispettata: allo scadere dei sessanta secondi sono esplosi auguri e soprattutto bottiglie di spumante. Più tardi, poco dopo l’una, anche i primi fuochi d’artificio, che la pioggia non è riuscita a sabotare. A quell’ora le persone in centro erano ancora migliaia. Si sono fermate, ai quattro angoli di Gemona, con il naso all’insù per apprezzare il suggestivo spettacolo, prima di darsi alle danze, agli ultimi auguri e a una notte, ancora giovane, da vivere in una città che da tempo non si sentiva e vedeva così vitale. di Maura Delle Case, dal Messaggero Veneto |