A Venzone un ponte tra natura e tecnologia

Si è tenuto neo giorni scorsi a Venzone un convegno internazionale dedicato all’applicazione delle nuove tecnologie finalizzate alla conoscenza ed alla fruizione delle aree protette. Cosa offre oggi il mercato? Quali sono le nuove prospettive? La tecnologia ed il piacere della scoperta dei luoghi e della natura potranno convivere?

Organizzato dall’Ente parco in collaborazione con il Comune di Venzone e finanziato dall’Assessorato all’Istruzione e Cultura della Regione Friuli Venezia Giulia, il convegno è nato sia per permettere di fare il punto sullo stato dell’arte di queste tecnologie a servizio delle aree protette sia per favorire un confronto tra i diversi soggetti interessati.

Negli ultimi anni infatti sono sempre maggiori ed in rapida evoluzione a livello internazionale le soluzioni tecnologiche a supporto della fruizione turistica; questo fenomeno interessa sempre più anche parchi e riserve che si avvalgono di supporti elettronici ed informatici per incrementare l’accessibilità e la conoscenza dei propri territori, ma anche per permettere di ridurre gli impatti dei flussi turistici nelle aree più sensibili.

Diverse sono le esperienze in atto anche all’interno del Parco delle Prealpi Giulie e delle altre aree protette regionali e molteplici le proposte progettuali che pervengono agli organi gestori di aree protette.

Appariva necessario pertanto procedere ad analizzare con attenzione lo stato dell’arte di questo tema raccogliendo buone pratiche e criticità esistenti, ma anche focalizzando le prospettive del settore non rinunciando a rispondere a domande relative all’efficacia di soluzioni di questo tipo ed alle ricadute socio economiche.

Dopo i consueti saluti delle autorità, sono iniziati i lavori sotto la guida del Prof. Alberto Beinat dell’Università di Udine.

Un convegno che ha creato un vero e proprio ponte tra natura e tecnologia sviluppato attraverso progetti e prototipi ma soprattutto attraverso gli importanti interventi tenuti da Ruedi Haller del Parco Nazionale Svizzero, Jurij Dobravec del Parco Nazionale del Triglav (Slovenia), Matteo Viviani del Parco Naturale Adamello Brenta.

Capillari ed approfonditi gli interventi di Luca Vassena (Mo.Be. Srl), Gilberto Del Pizzo (Bo.Di. Srl), Paolo Bordignon (Giove Srl – My Nav) e Milena Della Valle e Valerio Sani (www.avventuralpina.com).

Giovanni Zorzetti dell’Università di Trieste ha presentato il sistema di navigazione supportato da un palmare con integrato gps con il quale si può percorrere il sentiero geologico Foran Dal Mus. Grazie al GPS non è stato necessario dotare l’itinerario di segnaletica evitando così di intaccare lo straordinario valore naturalistico.

Si è parlato poi di eco contatori, che monitorano in automatico i passaggi su una strada o su un sentiero, e di percorsi con trasponder collegati tramite antenna ad un auricolare bluetooth come nel caso del Progetto Sesamonet di Pian dei Ciclamini.

Molto interesse si è creato intorno allo strumento di simulazione tridimensionale presentato da Jurij Dobravec del Parco Nazionale del Triglav che consente una visita virtuale delle aree protette alpine; il progetto Vivialp (Virtual Visit Alpine Protected Area) e’ stato realizzato per i Centri Visitatori dei Parchi che fanno parte della rete alpina Alparc. Un innovativo strumento di comunicazione interattivo, che permette ai visitatori di volare attraverso il paesaggio alpino tridimensionale e che offre più di 750 punti di interesse tra natura, fauna, flora e patrimonio culturale. Si può così ottenere informazioni in una delle quattro lingue alpine o in inglese e scoprire la ricchezza naturale e culturale delle Alpi in modo leggero e divertente e nello stesso tempo rendersi consapevoli dei problemi della loro protezione”.

La presentazione clou è stata effettuata da Ruedi Haller sul tema “La guida mobile digitale Webpark SNP nel Parco nazionale svizzero: cinque anni di esperienza con l’utenza”. Questa ha permesso di valutare con precisione vantaggi e limiti dei vari sistemi esposti al convegno grazie al fatto che nell’unica area protetta nazionale della Confederazione Elevetica gli stessi sono sperimentati costantemente da diversi anni.

Matteo Viviani ha illustrato l’esperienza del Parco Naturale Adamello Brenta nell’ambito della tecnologia abbinata al turismo, come il sistema on line di prenotazione delle attività e della vendita della parco card, un pass dedicato a tutti i servizi del Parco come possibilità di accesso alle offerte naturalistiche, culturali e gastronomiche del territorio (mobilità, Case del Parco, parcheggi, attività estive, musei provinciali, ecc.); aggiornamento in tempo reale delle prenotazioni con emissione automatica di regolare documento fiscale per la vendita delle attività e delle card.

O come, ad esempio, le stazioni di rilevamento del flusso escursionistico e la Real Time Exploration che raccoglie dati geografici (morfologia, foto aeree, immagini satellitari, dati laserscan, dati batimetrici, …), dati georeferenziati da DataBase GIS (SIT del Parco, SIAT della PAT …) oltre che interfacciarsi con GPS per la lettura di tracce e WP.

Gilberto Del Pizzo della Bo.Di. srl ha parlato del progetto Montagna Senza Confini relativo al “Turismo fai da te”; l’80% delle persone che devono fare un viaggio ricercano le proprie mete sul Web e la maggior parte di loro fa più affidamento alle recensioni dei viaggiatori che dei pareri degli albergatori e delle brochure; il turista di oggi è un turista che conosce, si informa e possibilmente vuole crearsi un pacchetto in autonomia configurato alle proprie esigenze. Il sistema della Bo.Di. aiuta il cliente a crearsi il suo piano di viaggio ideale attraverso vari PDI – Punti di Interesse – quali ad esempio territorio ed ospitalità offrendogli anche la possibilità di commentare – archiviando il commento come referenza – sia i Punti di Interesse che la ricettività.

Naturalmente il sistema è rivolto sia ai PDI che alle strutture ricettive che hanno la possibilità di fare rete uniformando il servizio.

Anche gli altri interventi hanno potuto mettere in luce aspetti che in parte debbono ancora essere esplorati ma che in un futuro non lontano potranno rappresentare strumenti essenziali di supporto alle attività delle aree protette.