Terremoto, monumento ai Vigili del Fuoco a Gemona
Anche la Provincia di Udine contribuirà alla realizzazione del monumento a memoria delle vittime del terremoto del ’76 e dell’opera di soccorso portata alla popolazione dal Corpo nazionale dei Vigili del Fuoco. L’impegno è arrivato da parte del presidente Pietro Fontanini che ha incontrato il comandante provinciale dei Vigili del Fuoco Gaetano Vallefuoco. «In Friuli non mi risulta vi siano monumenti dedicati alla grande opera di soccorso e di messa in sicurezza effettuata dagli uomini del Corpo dei Vigili del Fuoco. Ritengo sia necessario colmare al più presto questa lacuna. Per questo – ha proseguito – sono lieto di poter dare il contributo di questa amministrazione per la collocazione a Gemona della scultura di Nino Gortan».
Come ha spiegato Vallefuoco, infatti, il Comando provinciale di Udine ha promosso, congiuntamente con il Comune di Gemona del Friuli, l’iniziativa per la realizzazione di un monumento per ricordare le vittime del terremoto del ’76 e il lavoro prestato dal corpo nazionale dei Vigili del fuoco, da collocare proprio nel Comune maggiormente colpito dal sisma: Gemona.
Si tratta di un monumento alto 6 metri che fu concepito dallo scultore sandanielese Nino Gortan ed offerto nel 2001 al Comando di Udine in occasione della commemorazione del 25° anniversario del terremoto e dell’8° raduno dell’Associazione nazionale dei vigili del fuoco, tenutasi in quell’anno a Gemona. L’idea originaria dello scultore Nino Gortan, scomparso prematuramente, è stata interpretata e realizzata dal figlio, Michele Gortan. La maggior parte dei costi dell’opera – il cui valore complessivo ammonta a 100 mila euro – sono già stati finanziati, l’amministrazione provinciale provvederà dunque, con un contributo di circa 10 mila euro, ai lavori di sistemazione dell’area dove troverà posto il monumento, ovvero nel Centro studi Gemona. Secondo quanto riferito da Vallefuoco, l’opera sarà inaugurata il prossimo 15 settembre, anniversario della seconda forte scossa del 1976. «Il terremoto che recentemente ha colpito l’Abruzzo – ha aggiunto Fontanini – ha fatto ritornare di scottante attualità quello che per i friulani è un tragico ricordo. Oggi, dunque, il nostro dovere è quello di perseverare nel ricordo di quello che è stato e di chi ha aiutato il Friuli. È anche grazie a persone valorose come quei pompieri che siamo riusciti a ricostruire il Friuli».
“A memoria delle vittime del terremoto e dell’opera di soccorso portata al Friuli disastrato dai Vigili del fuoco d’Italia” è il titolo dell’opera. Il basamento, manufatto che ripropone le colonne circolari della navata del Duomo di Gemona, la materialità di quel contatto che ci apprestiamo ad avere con l’effige della pietosa opera di soccorso. Il soccorso, la ricerca fra le macerie di qualcuno da salvare, la grevità dello sguardo del soccorritore, la sofferenza negli occhi di chi tiene tra le braccia. L’ombra del soccorritore sul retro del basamento, il contorno del reale, la superficie materica con le impronte delle dita, delle unghie, delle mani di quelle mille vittime. Memoria muta di cosa accade a chi, sotto le macerie cercava un varco verso la luce. Dalla colonna principale ne esce un’altra di diametro inferiore, un taglio netto, la vita spezzata, e poi una figura slanciata, alla ricerca di abbandonare la pesantezza america del basamento. Lo slancio verso il cielo per liberarsi del proprio spirito, della propria anima. La ricerca della luce, il librarsi in volo della colomba verso Dio.
