GEMONA- Riapre il cinema Sociale
Riapre a Gemona il cinema Sociale. La giunta comunale ha difatti deliberato l’accoglimento di una proposta presentata dalla Cineteca del Friuli. Il progetto in questione prevede la riapertura della sala cinematografica a partire dalle prossime feste natalizie o – alla peggio – dall’inizio del mese di gennaio 2009. “La programmazione – sottolinea soddisfatto il sindaco Gabriele Marini – sarà di tipo sperimentale, nel senso che durerà sei mesi. Tale lasso temporale ci consentirà di verificare la risposta del pubblico. Dopo l’abbandono dello storico gestore, abbiamo infatti ricevuto ben due raccolte di firme a sostegno di una riapertura del Sociale per un totale di circa mille firme. Ed è chiaro che se questi mille firmatari verranno al cinema almeno una volta al mese il Sociale potrà rimanere aperto per sempre”. “L’accordo con la Cineteca – il sindaco entra nei termini della proposta – prevede 78 giorni di programmazione e la proiezione di 23 pellicole. A fronte di ciò, il Comune si è impegnato a coprire l’eventuale rosso di bilancio fino ad un massimo di 23mila euro, ipotizzando una media di dieci presenze a spettacolo. Basterebbe insomma che alle proiezioni fossero ogni volta presenti trenta persone ed il bilancio raggiungerebbe il pareggio, senza necessità di alcuna copertura da parte del Comune. La scelta dei film da proporre al pubblico terrà conto delle esigenze “di cassetta”, ma punterà anche alla qualità. Ringrazio il presidente della Cineteca del Friuli, Livio Jacob ed il Cec di Udine per la disponibilità e sensibilità dimostrate”. “Attraverso la riapertura della sala cinematografica – dichiara Marini – l’amministrazione comunale intende dare una risposta concreta alle esigenze di carattere sociale e culturale della comunità gemonese, aiutando inoltre il centro storico a mantenere la propria identità. Non sono peraltro esclusi degli investimenti per migliorare e potenziare la sala del Sociale. Ricordo che sono appena state apportate delle migliorie tecnologiche ed ulteriori lavoretti sono già in programma per risistemare l’ingresso (pitture e divanetti). In futuro, risorse permettendo, potremmo anche pensare di risolvere il vecchio problema delle poltrone scomode, ma è un passo da valutare attentamente, dato che comporterebbe una perdita secca di almeno 60 posti a sedere e ciò depotenzierebbe il teatro, senza contare i problemi relativi a sicurezza e prevenzione incendi. Potremmo anche essere i primi in provincia a passare ad un sistema di proiezione digitale. Una cosa, però, vorrei fosse chiara a tutti: l’ultima parola spetta agli spettatori. Questo è l’ultimo appello, se non vogliamo che la chiusura del cinema diventi in seguito definitiva”.
