ATLETICA- 30 anni fa il trionfo di Venanzio Ortis

Compie oggi 30 anni una delle più belle ed emozionanti imprese nella storia dello sport friulano. Il 2 settembre 1978 Venanzio Ortis, carnico di Paluzza, conquistava un’incredibile medaglia d’oro nei 5000 metri dei Campionati Europei di atletica leggera di Praga. Cinque giorni prima aveva ottenuto l’argento nei 10000. Mai, in precedenza, un italiano si era aggiudicato un titolo continentale.

«Come passa il tempo! – esclama Ortis, impegnato nella preparazione della Maratonina di Udine del 28 settembre in qualità di vicepresidente dello staff organizzatore -. Francamente non ricordavo nemmeno questo anniversario, ma è chiaro che nella mente restano nitidi i ricordi di quella giornata splendida, anche se non dal punto di vista meteorologico, visto che faceva un freddo terribile».

– Ci racconta quella favolosa volata cominciata nel rettilineo finale?

«Passai in mezzo allo svizzero Ryffel, che aveva attaccato ai 300 metri e al russo Fedotkin, vincendo per un decimo. Una soddisfazione enorme, per me e credo per molti italiani e, in particolare, friulani».

Oltretutto a quella gara non doveva nemmeno partecipare, vero?

«Verissimo. Inizialmente ero iscritto solo ai 10000, perché le mie caratteristiche erano tarate sulla distanza più lunga. Poi però la Federazione fece un pressing terribile affinché partecipassi anche ai 5000. Accettai con qualche dubbio, perché per quest’ultima prova erano previste anche le semifinali. Si trattava, quindi, di fare tre gare in cinque giorni, una faticata non da poco. Ma in quel periodo volavo, tanto che vinsi anche la batteria».

Come ricorda il suo rientro a casa?

«Ero stanchissimo e pensavo solo a riposarmi. Invece non fu possibile, perché trovai tantissima gente ad aspettarmi, carnica e di Udine, visto che in quel periodo militavo nella Libertas del capoluogo friulano. Momenti indimenticabili».

– A 23 anni il titolo europeo e il primato italiano dei 5000, oltre all’argento continentale sui 10000. Sembrava solo l’inizio, invece da quel momento le cose cambiarono.

«Purtroppo ho accusato una serie di problemi articolari che, ad esempio, mi hanno impedito di partecipare alle Olimpiadi di Mosca, mentre feci quelle di Montreal ’76. Diciamo che l’attività diventò altalenante. Però qualche altra soddisfazione me la sono tolta nell’81, con il quarto posto a Roma neI 10000 metri della Coppa del Mondo, gli attuali Mondiali, ed un ulteriore miglioramento del record nazionale sui 5000».

– Il ritiro arrivò nell’83 a soli 28 anni. Qualche rimpianto?

«No, perché le ho provate veramente tutte per proseguire la carriera. Poi, però, mi sono resto conto dell’impossibilità di essere di nuovo protagonista ad alti livelli ed ho mollato. Ma sono uscito di scena a testa alta».

di Bruno Tavosanis (dal Gazzettino)

In "Block Notes Sera" delle ore 19, su Radio.Studio.Nord, l’intervista a Venanzio Ortis.