CARNIA- Un differenziale per la montagna

Con legge finanziaria 2008 è stato introdotto il regime fiscale agevolato per i contribuenti marginali (piccoli imprenditori, professionisti e lavoratori autonomi, con reddito fino a 30 mila euro / anno): imposta al 20% e suo pagamento in unica soluzione, esonero dagli adempimenti contabili ed esclusione da Iva e Irap, dagli studi di settore e dall’obbligo di presentare elenchi clienti e fornitori. Si stima in quasi un milione di Partite Iva, il numero dei soggetti economici interessati da questo provvedimento, solo apparentemente innovativo.
Lo ricorda con soddisfazione la CNA della Carnia, per voce del suo presidente Delio Strazzaboschi, che rammenta altresì la proposta a suo tempo avanzata di dare piena applicazione della legge statale della Montagna (la n. 97 del 1994, primo firmatario l’on. Carpenedo), a dieci anni dalla sua promulgazione.
Come lo steso ministro Visco ha recentemente dichiarato “non c’era motivo per insistere con le vessazioni procedurali che consideravano un piccolo artigiano alla stregua di una grande società di capitali.” E’ altrettanto noto che intermediari e commercialisti, per il timore di perdere clienti e fatturati, non vedevano di buon occhio il forfait fiscale, che, per stesa ammissione del ministro, si sarebbe potuto promulgare forse già dieci anni fa. In realtà, gli intermediari più consapevoli potranno maggiormente dedicarsi alla consulenza più qualificata, non per confrontarsi col fisco ma con il mercato.
“Si tratta dunque di un primo passo, certamente positivo, ma generalizzato e quindi di effetto solo indiretto per le aree montane”, conclude Strazzaboschi. “Manca per ora il principio di un differenziale per la montagna, presente nella legge nazionale 97/1994 ma anche, con quella regionale n. 33 del 2002, nei documenti di programmazione del Friuli-VG (le tre zone montane). Infatti, la stima preventiva del reddito d’impresa e l’esonero degli obblighi contabili e fiscali, anche a correzione delle aberranti conseguenze in montagna dei nuovi studi di settore, potrebbero permettere non solo la sopravvivenza ma anche l’integrazione fra attività e le economie di scala dei servizi commerciali, artigianali e turistici, sostenendo così concretamente la residenza della popolazione in quota. Occorrerà quindi battersi ancora, affinché Tutti i soggetti economici di Tutti i comparti, che operano nei Comuni montani con meno di mille abitanti e nei nuclei abitati con meno di cinquecento (se compresi in comuni montani con popolazione superiore), possano beneficiare di specifiche misure fiscali differenziali. Ad esempio: l’estensione del nuovo regime fiscale agevolato ai redditi fino a 60 mila euro / anno”.