ILLEGIO- “Apocalisse”, oggi dialogo sull’epilogo
Proseguono in Carnia gli appuntamenti programmati dal Comitato di San Floriano, promotore della mostra internazionale d’arte, “Apocalisse. L’ultima rivelazione”, con cento capolavori da tutta Europa e dagli Usa, allestita fino al 30 settembre nella casa delle esposizioni di Illegio. Filo conduttore dell’anno 2007 è il Libro dell’Apocalisse, tema della mostra che sta richiamando numerosissimi visitatori da tutt’Italia e dall’estero.
Mercoledì 11 luglio, alle ore 20.30 nel Teatrotenda di Illegio, appuntamento con la riflessione filosofica ai massimi livelli nel colloquio a tre voci ispirato dagli interrogativi sulla storia umana che l’Apocalisse suscita. Interverranno lo scrittore e filosofo Umberto Galimberti, il rabbino romano Benedetto Carucci Viterbi, docente di Esegesi biblica al Collegio rabbinico della capitale, e il biblista cattolico mons. Rinaldo Fabris, friulano, noto per i suoi studi sulle Sacre Scritture e presidente dell’Associazione dei biblisti italiani. Moderatore del colloquio sarà il giornalista Gianpaolo Carbonetto.
Umberto Galimberti, dal 1999 professore ordinario all’università Ca’ Foscari di Venezia, dov’è titolare della cattedra di Filosofia della Storia, è autore di importanti opere come “Heidegger, Jaspers e il tramonto dell’Occidente” (1975), “Psichiatria e Fenomenologia” (1979), “Il corpo” (1983), “La terra senza il male. Jung dall’inconscio al simbolo” (1984), “Gli equivoci dell’anima (1987) e “Psiche e techne. L’uomo nell’età della tecnica” (1999), ha indagato il rapporto tra l’uomo e la società della tecnica. Al centro del discorso filosofico di Galimberti c’è la tecnica, che secondo il filosofo è il tratto comune e caratteristico dell’Occidente, diventato l’ambiente che ci circonda e ci costituisce secondo quelle regole di razionalità (burocrazia, efficienza, organizzazione) che non esitano a subordinare le esigenze proprie dell’uomo alle esigenze specifiche dell’apparato tecnico. Riprendendo autori come Marx, Heidegger, Jaspers, Marcuse, Freud, Severino e Anders e coinvolgendo discipline quali l’antropologia filosofica e la psicologia, Galimberti sostiene in sostanza che oggi l’uomo occidentale dipende completamente dall’apparato tecnico: è un uomo-protesi come sosteneva già Freud, e questa dipendenza non sembra potersi spezzare. Una speranza sarebbe quella di riuscire a mantenere le differenze tra scienza e tecnica; salvaguardando una differenza tra il pensare e il fare, la scienza potrebbe diventare l´etica della tecnica. La riflessione del filosofo, dunque, si muove verso la possibilità di fondare una nuova filosofia dell’azione che ci consenta, se non di dominare la tecnica, almeno di evitare di essere da questa dominati.
Benedetto Carucci Viterbi, nato a Roma nel 1960, laureato in Lettere moderne all’Università La Sapienza, ha conseguito il titolo rabbinico al Collegio Rabbinico Italiano sotto la guida del rabbino Elio Toaff. E’ attualmente preside delle Scuole Ebraiche di Roma e vicedirettore del corso di laurea in Studi Ebraici del Collegio Rabbinico Italiano. Nello stesso istituto insegna Esegesi biblica e Letteratura rabbinica, ed è professore invitato alla Pontificia Università Gregoriana. Autore di saggi sulla tradizione rabbinica e sull’ermeneutica ebraica dei testi sacri, Crucci Viterbi è anche uno studioso della mistica ebraica e ha un rapporto vivo con la tradizione di Israele. Per la collana “Uomini e Profeti” ha curato numerose letture, tra cui “La Torah viene dal cielo?”, “Affrettare la redenzione”, “Le luci di Shabbat”.
Mons. Rinaldo Fabris, laureato in Teologia presso l’Università Lateranense di Roma nel 1963 e in Scienze bibliche presso l’Istituto Biblico di Roma nel 1973, è docente di esegesi del Nuovo Testamento presso la Scuola Teologica del Seminario di Udine Trieste e Gorizia. Dal 2002 è presidente dell’Associazione Biblica Italiana e dal 1995 dirige Rivista Biblica, strumento scientifico dell’Associazione. Vasta la sua produzione di studi e saggi, tra cui “Il Vangelo di Marco e Luca” (1975), “Gesù di Nazareth, storia e interpretazione” (1983), ”Lettera di Giacomo. Introduzione, versione, commento" (2004), ”Le prime comunità cristiane e lo straniero. Per superare le barriere” (2004) e con Stefano Romanello, “Introduzione alla lettura di Paolo” (2006).