OVASTA- Un convegno sul “paese che rivive”
Il futuro della montagna passa anche attraverso la salvaguardia ambientale del territorio. E’ una delle conclusione a cui si è giunti durante il convegno “La Provincia di Udine e il suo territorio: Ovasta un paese che rivive”, organizzato dalla Direzione d’Area montagna nella sede tolmezzina della Provincia. Un’occasione voluta dall’assessore provinciale allo sviluppo della montagna, Vittorio Caroli, per presentare i risultati del ripristino ambientale effettuato a Ovasta, una piccola frazione del Comune di Ovaro. Un lavoro durato due anni, realizzato in collaborazione con l’amministrazione comunale di Ovaro (che ha messo a disposizione il mezzo per lo sfalcio, il Terratrac) e con l’Associazione Beni frazionali di Ovasta, che con un contributo provinciale di 6500 euro ha consentito di ripulire 16 ettari di prato incolto. «Ci sono degli interventi – ha spiegato Caroli – che seppur piccoli, riescono a dare dei grandi risultati. Questo è il caso di Ovasta, dove i volontari, sotto l’attenta supervisione di Alcide Catarinussi, hanno compiuto un lavoro straordinario. E’ fondamentale infatti prendersi cura dell’ambiente per aumentare la qualità della vita in montagna».
Il lavoro messo in atto a Ovasta ha consentito di ripulire da sterpaglie e arbusti ampie porzioni di territorio: 170 particelle incolte per un totale di 59 proprietari. Per questo il lavoro per il rilascio delle autorizzazioni è stato certosino e dispendioso, ma alla fine il risultato ottenuto rende merito del lavoro svolto. Un ripristino ambientale che assume un valore sia da un punto di vista turistico che igenico-sanitario. «Essere riusciti ad arrestare l’avanzamento del bosco infatti – ha aggiunto Caroli – rappresenta un ottimo risultato, un esempio da imitare per tutti i comuni della montagna friulana, dove l’avanzamento delle sterpaglie ha coinciso con l’abbandono dell’agricoltura e della pastorizia». Al convegno sono intervenuti anche l’assessore Fabio D’Andrea e il sindaco di Ovaro, Lino Not: «Quest’iniziativa – ha affermato Not– è valida ma impegnativa, e andrebbe sicuramente estesa, puntando però anche sul riordino fondiario del territorio».
