ILLEGIO- Convegno sul “Canto popolare sacro”

Domenica 10 giugno, ad Illegio, proseguono gli appuntamenti culturali ispirati al testo dell’Apocalisse”, cui è dedicata la mostra internazionale allestita presso la locale Casa delle esposizioni.

Alle ore 16, preso il teatrotenda, si terrà il convegno del “Canto popolare sacro”: in quest’occasione si danno appuntamento nel paese carnico le cantorie del Friuli e della Carnia che hanno mantenuto memoria del repertorio liturgico antico, oralmente trasmesso per secoli ed ancora eseguito i alcune comunità.

Intervallate da brani eseguiti dalle cantorie carniche, verranno proposte riflessioni sul valore antropologico, teologico e musicologico di tale canto.

Al termine, il card. Albert Vanhoye, illustre biblista, presiederà il solenne Vespro cantato secondo gli antichi moduli illegiani, seguito dalla sua meditazione “La santità dei redenti ed il cantico nuovo”, e completato poi dalla processione del Corpus Domini, anch’essa impreziosita dai canti delle cantorie presenti.

 

Il Cardinale Albert Vanhoye, già Rettore del Pontificio Istituto Biblico (1984-1990) e già Segretario della Pontificia Commissione Biblica (1990-2001), è nato il 24 luglio 1923 ad Hazebrouck, in Diocesi di Lille, nel Nord della Francia.  Entrato nella Compagnia di Gesù l’11 settembre 1941 a Le Vignau, è stato ordinato sacerdote il 26 luglio 1954. E’ uno dei tre «ecclesiastici di età superiore agli ottant’anni» che «in considerazione dei servizi da essi resi alla Chiesa con esemplare fedeltà ed ammirevole dedizione» Benedetto XVI  lo ha creato cardinale nel marzo 2006, definendolo "un grande esegeta".

La sua formazione è ampia e approfondita: ha conseguito la Licenza in Lettere; la Licenza in Filosofia scolastica; la Licenza in Teologia; la Licenza in Sacra Scrittura; ed il Dottorato in Sacra Scrittura (Pontificio Istituto Biblico: 1961). Dopo aver insegnato greco classico ad Izeure ed esegesi del Nuovo Testamento a Chantilly, dal 1963 è stato Professore al Pontificio Istituto Biblico e quindi rettore. E’ stato docente anche presso la Pontificia università Gregoriana e l’Istituto “Ecclesia Mater” dell’Università Lateranense, nonché membro e segretario della Pontificia Commissione biblica. E’ consultore della Congregazione per l’Educazione cattolica dal ’78 e consultore della Congregazione per la Dottrina della Fede dal 1990.

Le sue pubblicazioni principali sono: La structure littéraire de l’épître aux Hébreux, 1963, 21976; Situation du Christ. Epître aux Hébreux 1-2, 1969; Prêtres anciens, Prêtre nouveau selon le N.T., 1980 (tradotto in italiano, spagnolo e inglese); «Commento alla Lettera ai Galati».

Ha inoltre preso parte attiva alla redazione di documenti che prolungano il lavoro del Concilio come: «L’interprétation de la Bible dans l’Église» (1993), e «Le Peuple Juif et ses saintes Ecritures dans la Bible chrétienne» (2001).

 

“Tra tutti gli scritti del Nuovo Testamento – sottolinea il card. Vanhoye – non ce n’è nessuno che parli tanto spesso di musica e di canti, quanto l’Apocalisse; d’altra parte – aggiunge – l’Apocalisse è il solo scritto che applichi ai redenti il titolo di sacerdote”.

Un “privilegio – prosegue il presule – che, nell’Antico Testamento, era riservato a una unica persona, il sommo sacerdote, il privilegio cioè di entrare nel Santo dei Santi. Grazie alla Passione di Cristo, i privilegi sacerdotali vengono comunicati a gente, uomini e donne, da ogni tribù e lingua e popolo e nazione, senza discriminazione. Basta accogliere con fede il dono di Cristo”.

L’Apocalisse, il canto nuovo, finisce dicendo che i cristiani fatti sacerdoti “regneranno sulla terra”.

“Queste prospettive – commenta il card. Vanhoye – sono meravigliose, ma non sono di tutto riposo. Richiedono, lo dice l’Apocalisse, la lotta contro il nostro egoismo e ogni forma di male, la resistenza coraggiosa agli assalati della Bestia che perseguita i cristiani. Ci assicurano, però – conclude il cardinal Vanhoye – la vittoria e ci fanno sin d’ora cantare di gioia”.