GEMONA- Stop fusione Ass, Marini soddisfatto

Lo “stop” alla fusione delle aziende sanitarie regionali? Il sindaco di Gemona, Gabriele Marini, non ha dubbi: è una buona notizia. “Ho molto apprezzato – dice – l’intervento efficace e risoluto del vicepresidente della Regione, Gianfranco Moretton e dell’assessore Marsilio, così come quello dei gruppi regionali di Margherita e Rifondazione comunista. Lo stop alla fusione delle aziende sanitarie, motivato dalla necessità di ulteriori approfondimenti, mi trova ovviamente d’accordo. Credo infatti che un approccio intransigente al problema non porti a risultati concreti né in termini economici né in termini di migliore organizzazione della sanità. Si parla di un risparmio di 8 milioni di euro, ma non so da dove salterebbero fuori questi soldi. Anche sopprimendo i vertici delle aziende sanitarie e tagliando sul numero di consulenti ritengo che tale cifra non verrebbe nemmeno avvicinata. Tanto più che il resto del personale è invece assunto in pianta stabile e pertanto se chiudono la sede dell’Ass a Gemona, gli impiegati verranno semplicemente trasferiti a Udine”. “La mancanza in loco di una direzione – prosegue Marini – creerebbe al contrario notevoli difficoltà di coordinamento dei nostri due ospedali ed inciderebbe in maniera negativa sulla qualità dell’assistenza territoriale. Rinnovo insomma il mio appello all’assessore alla sanità, Beltrame, che è persona sensibile e preparata, affinchè faccia pure lui un passo indietro, comprendendo le nostre ragioni. Siamo tutti convinti della necessità di accentrare le alte specialità e le tecnologie d’avanguardia, così come potranno essere accorpati taluni servizi (gestione del personale, serviti tecnici e acquisti farmaceutici) in un ambito di Area vasta. Diciamo invece “no” alla soppressione della direzione sanitaria periferica, perché è garanzia di maggiore dialogo tra i comuni e l’azienda sanitaria stessa. L’ultimo dei problemi determinati dall’accentramento è quello della radioterapia, con il primo esame che viene effettuato a livello locale e il secondo a Udine. Spostamento che per il malato diviene fattore di stress e che crea non pochi problemi, intasando peraltro l’ospedale di Udine. In definitiva, credo che sia da trovare una via che consenta l’ottimizzazione dei servizi ai cittadini e una maggiore assistenza e puntualità che solo la direzione periferica può garantire”.