GEMONA- Convegno su politica nazionale scuola
Era imperniato sulle strategie
politiche dello Stato nel settore scuola il convegno svoltosi ieri a
Gemona del Friuli, nell’aula magna dell’ISIS "D’Aronco", dal tema
"Come funziona la politica del cacciavite? Dalle riforme epocali
al ‘nanoriformismo’. Per andare dove?", organizzato dal Centro di
iniziativa democratica degli insegnanti (CIDI) della Carnia e del
Gemonese, al quale ha partecipato l’assessore regionale
all’Istruzione e Cultura, Roberto Antonaz.
Come ha spiegato in apertura Bruno Seravalli, la "politica del
cacciavite" è il sinonimo per sintetizzare un’affermazione del
ministro Fioroni rispetto ai progetti governativi per mondo della
scuola. Fioroni ha infatti annunciato di non intendere avviare
grandi riforme, bensì di voler procedere per piccoli passi,
smantellando le parti dell’istruzione che non funzionano.
Tema sul quale si sono poi soffermati Paolo Citran e Giancarlo
Cerini, rispettivamente presidente del CIDI Carnia/Gemonese e
vicepresidente nazionale.
In particolare, Cerini ha parlato della scuola dell’infanzia e
del ciclo primario dopo la "Moratti", mentre Domenico Chiesa,
della segreteria tecnica del sottosegretario della Pubblica
Istruzione, è intervenuto sul biennio unitario nell’istruzione
secondaria superiore.
Uno dei problemi che sono stati posti sul tappeto, da parte dei
diversi oratori, è quello dell’aumento del numero complessivo di
alunni per classe nella scuola italiana, per una percentuale
dello 0,2 per cento. Una cifra apparentemente insignificante, ma
che in realtà evidenzia come ogni insegnante dovrà seguire in
talune realtà della Penisola un numero più elevato di allievi per
ciascuna classe. Aumento che nell’intero Paese corrisponde, come
è stato evidenziato, alla necessità di altri 50 mila insegnanti.
Antonaz, nel portare il saluto della Regione, ha innanzitutto
compiuto una valutazione sulla politica dello Stato per il
settore. Uno degli aspetti positivi che derivano dall’azione
impostata dal Governo consiste nell’elevamento della scuola
dell’obbligo a 16 anni. Ciò comporterà la messa in ruolo di 150
mila insegnanti precari nell’arco di tre anni.
Tra le situazioni di criticità Antonaz ha poi ribadito quella
relativa all’aumento del numero medio degli alunni presenti in
ogni classe ed ha affermato che "nel mondo dell’istruzione
occorre sì riformare e razionalizzare, ma serve soprattutto
investire: perché ciò significa promuovere il futuro dei giovani
e quindi della nostra società".
L’assessore ha poi detto che la nuova legge regionale di settore
è in fase di realizzazione e vede impegnato anche l’assessore
regionale al Lavoro, Formazione e Ricerca, Roberto Cosolini.
Il ddl sul settore scolastico sarà caratterizzato dai seguenti
assi portanti: la lotta alla dispersione scolastica, l’incremento
dei laureati, il sostegno forte della Regione all’apprendimento
delle lingue comunitarie e delle lingue regionali e un incentivo
forte all’educazione degli adulti. Il tutto nell’ottica di una
reale integrazione tra l’istruzione e formazione professionale,
che si svilupperà già a partire dal biennio obbligatorio.
"L’obiettivo che ci poniamo – ha concluso Antonaz – è quello di
elevare il grado dell’istruzione nel Friuli Venezia Giulia, in
quanto una Regione della conoscenza come la nostra ha sempre più
bisogno di giovani consapevoli e dotati di una coscienza critica,
capaci di esprimere professionalità, e di qualificarsi per una
elevata specializzazione".
