TOLMEZZO- Burgo, la proprietà patteggia, Legambiente commenta
La proprietà delle Cartiere Burgo ha patteggiato la riduzione della pena ad una modesta sanzione pecuniaria, di fatto ammettendo le proprie responsabilità in un procedimento che, fin dall’avvio, sta delineando un quadro incredibile di omissioni ed una inqualificabile gestione amministrativa.
Esce così dal processo il soggetto origine della vicenda, mentre dal dibattimento emergono i particolari di una situazione da tempo annunciata nelle sue gravi ricadute ambientali.
Resta di difficile lettura una tale decisione che contraddice quanto fin qui sostenuto, ma che di fatto è il primo atto di Burgo dalla dichiarazione dello stato di emergenza.
L’ipotesi di una “concessione” nella ricerca della possibile trasparenza dell’intera vicenda va valutata congiuntamente alla volontà di Burgo, peraltro mai dichiarata, di un reale mantenimento dello stabilimento di Tolmezzo.
La perizia presentata dal tecnico del tribunale ha confermato il progetto “inidoneo” del depuratore consortile, l’esistenza di un bypass che tuttora convoglia il 95% delle acqua reflue direttamente in Tagliamento e un reiterato danno ambientale dato dalle continue proroghe ai limiti previsti dalla legge Merli prima, e dal Decreto Legislativo 152 poi.
Inoltre, è stato ricordato che dal 1999 si è verificato un netto peggioramento per inquinamento essendo venuta a mancare completamente la funzionalità dei “bio-dischi” della sezione “aerobica” dell’impianto.
Da parte sua il Commissario Delegato con due successive ordinanze non ha fatto altro che confermare la deroga dai limiti di legge, pur rilevando un lieve miglioramento comunque non sufficiente per rientrare nella norma.
Questa è la situazione fino alla recente chiusura temporanea del reparto cellulosa.
Una vicenda su cui molti dovrebbero essere gli interessi, a partire dalla rappresentanza dell’Amministrazione pubblica, a fare chiarezza, con l’auspicio di essere in grado di riavviare una gestione improntata alla massima trasparenza .
