TARVISIO: Stasera al No Borders c’è Sananda Maitreya (Terence Trent D’Arby)

Al “No Borders Music Festival” di Tarvisio stasera (sabato) arriva Sananda Maitreya (Terence Trent D’Arby), inizio ore 21.15, ingresso 15 euro. Cantante e compositore, Terence Trent D’Arby (che ora si fa chiamare Sananda Maitreya) è nato a New York il 15 marzo 1962. Debutta sulle scene musicali in Germania, dove presta servizio nell’esercito americano. Nei primi anni Ottanta D’Arby pubblica l’album “The Touch”. Si trasferisce poi a Londra dove registra un demo tape raggiungendo, nel contempo, un accordo discografico con la CBS. Quest’unione rende possibile la pubblicazione nel 1987 del vendutissimo “Introducing the Hardline According to Terence Trent D’Arby”. L’album viene anticipato dall’enorme successo del singolo “Wishing well” e accompagnato da altri famosi brani come “Sign Your Name” e “Dance Little Sister”. Un esordio folgorante.
D’Arby continua a cantare e suonare con uno stile del tutto particolare anche nel secondo e più ambizioso album “Neither Fish nor Flash” (1989) che contiene generi sperimentali e testi di una certa importanza e profondità. Il disco, apprezzato da buona parte della critica, si rivela tuttavia ostico per il grande pubblico. Altri due lavori seguono nel 1993 (“Symphony or Damn”) e 1995 (“Vibrator”).
Già nel 1996, però, Terence lascia la SONY per approdare alla Javarecors. Nell’aprile del 1999 esce il film “Clubland”, che lo vede recitare in una piccola parte. Nel 2000 canta con gli INXS alla cerimonia di apertura delle olimpiadi di Sydney.
Il 2001 vede l’effettivo ritorno dell’artista sulle scene dopo sei anni di silenzio musicale e qualche disagio personale. Torna con l’album “Wild Card”: il suo nuovo nome è SANANDA MAITREYA. Il disco si apre con il pezzo incaricato di lanciare Sananda nelle classifiche di mezzo mondo: “O Divina”, un brano affascinante che sfocia in un soul dalla melodia irresistibile. Su tutte le canzoni del cd regna incontrastata l’incredibile voce di Sananda: rauca, potente, unica. Il nuovo album, riempito di funk-rock appassionato e ballate che rivelano anche una maturazione della voce e dello stile, è insomma un lavoro che appare più articolato rispetto all’ultima produzione anni ’90 di D’Arby. Il passato, in qualche momento non facile per lui, ci riconsegna un artista vitale, pieno di energia e ancora in grado di stupire piacevolmente.