TOLMEZZO: Caso Burgo, processo rinviato al 3 dicembre
E’ stato rinviato al 3 dicembre prossimo, in Tribunale a Tolmezzo il processo contro la Giunta Regionale del Friuli-Venezia Giulia in carica nel 1998 – presieduta da Roberto Antonione, attuale Sottosegretario agli Esteri – ai cui componenti, gia’ colpiti da un decreto penale di condanna, si contestano le ipotesi di reato di danneggiamento ambientale, scarico non autorizzato di reflui industriali e violazioni alle norme del decreto Ronchi in merito all’ inquinamento del fiume Tagliamento da parte della cartiera Burgo del capoluogo carnico. Il rinvio e’ stato deciso dal giudice Marco Casavecchia per l’ indisponibilita’ a presenziare da parte del Sottosegretario Antonione e per la non corretta citazione di tutte le parti offese. Oltre alla Giunta Regionale, del reato di inquinamento devono rispondere anche il sindaco di Tolmezzo, Sergio Cuzzi, l’ amministratore della cartiera Burgo e i vertici del Consorzio di bonifica, per un totale di 14 imputati. I testi citati dal Pm, Maria Elena Teatini, sono quasi una cinquantina; altrettanti quelli citati dalle difese. La vicenda processuale segue di quasi un anno la vicenda relativa alla chiusura degli stabilimenti della Burgo decisa dalla Procura della Repubblica di Tolmezzo dopo un sopralluogo e una verifica dei Carabinieri del Nas. La chiusura causao’ una forte reazione in tutta la Carnia, con le occupazioni dello stabilimento e del municipio del capoluogo carnico da parte dei lavoratori, l’ assemblea permanente dei sindaci della zona e le manifestazioni sindacali di Tolmezzo e Trieste che portarono il Governo alla decisione di nominare un commissario ‘ad acta’ per risolvere il problema dell’ inquinamento del Tagliamento da parte della Burgo. Commissario fu nominato l’ attuale presidente della Giunta regionale, Renzo Tondo. Tutti i 14 imputati dell’ ipotesi di reato di inquinamento furono raggiunti nel febbraio scorso da un decreto di condanna a due mesi e 23 giorni di reclusione convertiti in una multa di tremila euro. Tutti hanno impugnato il provvedimento preferendo andare al dibattimento dove – come hanno fatto sapere ieri i difensori – sono convinti di poter dimostrare la propria innocenza.
