ALTO FRIULI- Provincia della montagna, nota degli industriali

Destano stupore le perplessità recentemente sorte in ambienti anche non strettamente politici, in merito all’istituzione della Provincia dell’Alto Friuli.

Forse è il caso di ricordare brevemente perché il Comitato Promotore, ma soprattutto tanti cittadini della montagna e la stragrande maggioranza delle amministrazioni locali, oltre ad esponenti di primo piano delle forze politiche, abbiano appoggiato, ed appoggino tuttora, tale progetto.

La Provincia Regionale, inserita nel quadro delle riforme istituzionali in atto, può rappresentare la migliore soluzione per colmare il differenziale socio-economico che la montagna sconta nei confronti del resto del territorio regionale; ciò anche alla luce della perdurante situazione di disagio che le zone montane scontano.

Inoltre, le motivazioni dell’iniziativa non sono da individuarsi nella creazione di ulteriori apparati burocratici, né in spinte autonomistiche, quanto piuttosto nella volontà di creare un ente unico che sia dotato di due componenti fondamentali e determinanti: competenze primarie e risorse adeguate, e che possa essere un vero riferimento per i Comuni e che dia risposte concrete al territorio.

In particolare, le categorie economiche della montagna, dalla Carnia alla Valcanale – Canal del Ferro, hanno già chiaramente espresso la loro posizione sulla questione, dichiarandosi favorevoli all’istituzione della provincia.

Desta perciò molto stupore, si diceva, l’esternazione che fondandosi principalmente su un presunta insufficienza nel numero di abitanti (ma un diverso studio dimostra il contrario) e sulla presunzione che si punti alla creazione di una nuova struttura burocratica (come se non ce ne fossero già abbastanza!), esprime scetticismo sull’opportunità di creare la provincia dell’Alto Friuli.

La sorpresa in particolare deriva dalla constatazione che tali ultime affermazioni provengono proprio da chi rappresenta anche gli interessi di soggetti che appoggiano l’iniziativa della nuova provincia.

Soggetti che chiedono, vogliono e lottano quotidianamente per un’inversione di tendenza contro il gap di cui si diceva; altrimenti il ritardo, in altre parole lo svantaggio competitivo, si allargherà sempre più.

E questo non è nell’interesse di nessuno, né della provincia dell’Alto Friuli, né di quella di Udine.