TOLMEZZO- Burgo, Legambiente commenta la condanna a Saro
Riceviamo e pubblichiamo una nota del presidente di Legambiente Fvg, Elena Gobbi.
Il dispositivo della sentenza per il patteggiamento della pena da parte del direttore della Burgo, contiene senza dubbio delle novità importanti, ma si ritiene che qualsiasi espressione di soddisfazione debba essere rimandata alla lettura completa delle motivazioni, in attesa dell’esito dell’eventuale ricorso.
Fatto certamente significativo è il riconoscimento del danno ambientale, anche se l’importo è minimo, che conferma la insostenibilità della situazione tuttora in atto cancellando i diversi tentativi di minimizzazione della gravità dell’inquinamento prodotto.
Sarà interessante verificare le modalità e i parametri scelti per la quantificazione del danno ambientale non eliminabile con la bonifica ed il ripristino, nella modesta somma di 30987,41 euro sicuramente poco significativa per la perdita di qualità biologica rilevata dall’indice IBE.
Il significato compiuto dell’ordine di ripristino e di bonifica ambientale delle aree e dei corpi idrici inquinati, non è per ora comprensibile essendo legato ad una non chiara compatibilità con gli effetti e la durata della decretazione d’urgenza.
Va ricordato che le procedure di ripristino e di bonifica non possono essere improvvisate e dovranno, quanto meno, far riferimento alla norma vigente, cioè al decreto n.22/97 – detto decreto Ronchi. Ciò significa che si deve procedere attraverso la predisposizione di un piano di caratterizzazione che individui i maggiori fattori di inquinamento e ne quantifichi e qualifichi il livello: solo in seguito si può procedere a programmare la bonifica.
E’ evidente che la complessità della situazione può richiedere analisi estese sia sulle aree interessate da uno scarico che, per lunghi periodi, di fatto avviene al suolo, vista la carenza d’acqua del Tagliamento nel tratto interessato; sia sull’insieme dei corpi idrici e quindi non solo delle acque superficiali, ma interessante anche gli acquiferi sotterranei derivati.
La mancanza di controlli da parte degli organi pubblici, ampiamente rilevata nella relazione del tecnico incaricato dal Tribunale, non dà un quadro storico attendibile a cui poter fare riferimento per la certa quanti/qualificazione dell’inquinamento.
Altrettanto interessante sarà conoscere quando le procedure di bonifica e ripristino dovranno essere attuate, in quanto è evidente che fino all’attivazione del nuovo depuratore tali interventi sarebbero del tutto inutili visto il perdurare del livello di grave inquinamento da parte della Burgo.
Inquinamento che, sia pur in parte ridotto e comunque non a norma, riguarda l’apporto continuo del 95% degli scarichi privi di depurazione della cartiera direttamente in Tagliamento.
L’auspicio è che questa fase possa essere un elemento di chiarezza, compatibilmente con una gestione commissariale che durerà ancora a lungo.