TOLMEZZO- Comprensorio, nuova fumata nera

Le vicissitudini del Comprensorio Montano della Carnia proseguono la loro strada senza trovare ostacoli e allora nessuno si è meravigliato quando lunedì sera l’assemblea, convocata dal vicepresidente Flavio De Antoni, è abortita per mancanza del numero legale. All’ordine del giorno c’era la ratifica delle dimissioni del presidente Giuseppe Novello e la nomina del suo successore, ma, come ampiamente previsto, l’appuntamento è stato rimandato a tempi migliori. Dei 34 componenti l’assemblea, solo 15 erano presenti in aula, compresi i quattro esponenti della giunta. A dimostrazione che l’unica cosa che accomuna i due schieramenti è la diversità di opinioni interne, hanno risposto presente Not, Zanier, Mazzolini, Lupieri e Straulino (Margherita), Somma (Fi), D’Andrea (Ln), Revelant e Bulliano (Udc), De Crignis (Sdi) e il “battitore libero” Cosano. Insieme a loro gli assessori Lucchini (Fi), Tiepolo (An), Cimenti (Ln) e l’indipendente vicino al centrodestra De Antoni. Assenti, ma quasi tutti appena oltre la porta dell’aula consiliare, il gruppo dei sindaci indipendenti, De Alti e Dionisio di Forza Italia, Brunasso (An) e i Ds. Facile capire, insomma, che trovare una soluzione al fine di arrivare alla stesura dello statuto del Comprensorio, per il quale c’è tempo solo fino a dicembre, diventi complicato. Rispetto ai giorni scorsi le posizioni non sono cambiate, con la Margherita a chiedere le dimissioni dell’attuale esecutivo e il presidente reggente De Antoni a ribadire che non vuole aprire crisi al buio. Fra l’altro anche nella giunta ci sono posizioni contrastanti: Lucchini quasi certamente rassegnerà oggi le dimissioni, Tiepolo afferma che lo seguirà solo se troverà posto nel nuovo direttivo, Cimenti spiega che si accoderà alle decisioni dei suoi colleghi, cioé si dimetterà se lo faranno anche gli altri. “In ogni caso lunedì non avrebbe cambiato le cose nemmeno una maggioranza semplice- dice De Antoni- Diciotto voti, forse, li potevamo ottenere, ma per lo statuto ne sono necessari 24 e ora dovremo lavorare in questa direzione. Nei prossimi giorni mi incontrerò con gli indipendenti e valuteremo il da farsi”. Ma intanto le settimane passano e qualcuno ipotizza che questa spaccatura, vista da Trieste, possa rendere più complicata la già impervia via verso la Provincia dell’Alto Friuli.
(di Bruno Tavosanis, dal Gazzettino)