TOLMEZZO- A teatro c’è “Miseria e nobiltà” con Carlo Giuffrè

“Miseria e nobiltà”, lo spettacolo più atteso del mese di novembre sui palcoscenici dell’Ente Regionale Teatrale del Friuli Venezia Giulia, è presente in regione per una lunga tournee che si concluderà martedì 2 dicembre all’Auditorium Candoni di Tolmezzo (ore 20.30).
Carlo Giuffrè, dopo i successi teatrali di questi anni, da “Natale in casa Cupiello” a “Le voci di Dentro” passando per “Napoli Milionaria”, porta sulle scene un testo, “Miseria e Nobiltà” appunto, che già aveva allestito con successo nel 1989. Questa irresistibile farsa, firmata da Eduardo Scarpetta nel 1888, è la regina incontrastata del grande repertorio napoletano; fu ripresa in film da Totò nel 1954, diventò il grande cavallo di battaglia di Eduardo – proprio con lui esordì in teatro Carlo Giuffrè – e ora di Carlo Giuffré che, come detto, torna a dirigerla e recitarla. Eduardo Scarpetta, quando presentò per la prima volta la commedia, temeva la reazione negativa del pubblico. Il suo successo era stato infatti consacrato pescando nel repertorio del teatro ‘boulevardier’ e delle ‘pochade’ francesi, e questo cimentarsi in ‘regolari commedie’ portava con se tutti i dubbi della prima volta . All’esordio fu subito grande successo e il testo resta il suo capolavoro. “Miseria e nobiltà” racconta la storia di una famiglia letteralmente alla fame che solo con due mezzi, l’illusione e il travestimento, riuscirà a far fronte alle proprie sventure. L’azione si svolge in due parti, nella prima è descritta la condizione delle famiglie di due personaggi rovinati dallo sviluppo conseguente all’unità d’Italia, uno scrivano (che l’alfabetizzazione ha reso disoccupato) e un salassatore (non c’è più persona che non si faccia prescrivere delle medicine). Questi miserabili sono ingaggiati da un giovane nobile perché si fingano suoi parenti e lo aiutino ad ottenere l’assenso alle proprie nozze con la figlia di un parvenu. La seconda parte si svolge nella dimora, particolarmente kitsch, di questo nuovo ricco, dove si fa evidente il contrasto tra la volgarità del padrone, l’approssimativa imitazione dei nobili fatta dai poveracci, e lo squallore di un di alcuni nobili veri intenti a coprire la propria identità. Le numerose situazioni comiche coinvolgono tutti i personaggi in scena, impegnati nell’invenzione di ingegnose trovate, degne della tradizione comico-surreale di Pulcinella, tra avanspettacolo e melodramma.
Con Carlo Giuffrè in scena anche Nello Mascia e attori del calibro di Aldo De Martino, Mimma Lovoi, Massimo Abate, Fulvia Carotenuto. Una menzione va di diritto ai divertenti costumi di Aldo Terlizzi, anche autore delle semplici ma efficaci scenografie.