PROVINCIA- No di Faleschini (Unione Artigiani Udine)
“Credo ci si debba chiedere se è meglio una provincia di serie A oppure due di serie B. Meglio essere uniti e affrontare insieme le questioni tenendo conto delle diversità territoriali oppure trovarsi emarginati? Quale sarà il comportamento degli abitanti e degli amministratori dei territori che rimarranno con la Provincia di Udine nei confronti di chi ha preferito staccarsi e quale atteggiamento terranno le stesse persone che fanno parte dell’“altra” montagna che oltretutto è più povera?”. Carlo Faleschini, presidente dell’Uapi di Udine dice no alla creazione della provincia dell’Alto Friuli, sottolineando che il nuovo ente non risolverebbe i problemi già esistenti. “In termini reali e concreti – chiede ancora Faleschini – la Regione avrà più mezzi finanziari in cassa avendo 5 province oppure i mezzi saranno gli stessi? Tenuto conto che il Gemonese, area importante economicamente ma non solo, non vuole la provincia della montagna e pensando che anche in Valcanale e Canale del Ferro non sono in molti ad essere d’accordo su questa divisione, quale sarà il futuro della Carnia?”.
Ammesso e non concesso che ci possano essere più finanziamenti e più autonomia negli interventi con la nuova Provincia, Faleschini si chiede se ci sono imprenditori con progetti credibili e voglia di intraprendere un’attività nella zona montana. Secondo il presidente provinciale dell’Uapi la strada da seguire è invece quella di individuare le esigenze necessarie allo sviluppo delle zone disagiate e trovare adeguati correttivi (come ad esempio esenzione di alcune tasse, costo dell’energia più basso, servizi e trasporti migliori, un’assistenza più particolare e semplificazioni per i giovani che intraprendono un’attività), senza pretendere un contenitore quando bastano i contenuti.
“Anziché perdere forze nel cercare soluzioni per la nuova Provincia – aggiunge Faleschini – perché non attivarsi per formulare proposte, progetti, suggerimenti, leggi speciali per tutta l’area montana? La nostra associazione, forte ed unita, ha sempre difeso, sostenuto e valorizzato tutto il territorio provinciale dalla montagna al mare. Ai tempi dell’Esa con interventi finanziari riservati alla sola area montana ci sono stati sviluppi importanti (nuovi macchinari e nuovi stabilimenti con finanziamenti del 25% in conto capitale) che sono sotto gli occhi di tutti”.
Pur lasciando la massima libertà di scelta secondo la propria coscienza per la decisione nel referendum, Faleschini ribadisce che la provincia della montagna non sarà una scelta risolutiva e riafferma che “importanti sono le persone che vivono in montagna e che vogliono rimanervi”, chiedendo una particolare legislazione che possa soddisfare le loro esigenze e fornire i servizi necessari.
