TOLMEZZO- Esce il libro “Gente di Tumieç”

Esce in questi giorni “Gente di Tumieç” libro scritto da Pier Giuseppe Avanzato, un emiliano che vive a Tolmezzo da 27 anni.
Il libro su Tolmezzo, o meglio sulla sua gente, può essere considerato una sorta di memoria della collettività proprio perché alla sua stesura hanno collaborato, in maniera attiva, molti anziani della città, che, con i loro racconti, aneddoti, foto e poesie, hanno dimostrato un forte interesse a che quel patrimonio di ricordi non andasse perduto.
Dopo una parte introduttiva di carattere generale, il libro si snoda tra 55 racconti sulla gente di Tumieç, intercalati da due percorsi paralleli, uno di cartoline d’epoca e l’altro di poesie popolari.
Il volume di oltre trecento pagine potrebbe intimorire più di un lettore, ma basterà leggere qualche pagina per ricredersi.
La lettura, infatti, è facile per il modo semplice e ironico con il quale l’autore cerca di fornire al lettore lo spaccato di un modo di vivere ormai perduto e
caratterizzato da intensi rapporti sociali, inoltre presenta una ricca documentazione iconografica con circa duecentocinquanta immagini d’epoca, che alleggerisce la lettura.
Nel libro sono descritte molte persone della non memoria, cioè la gente comune o meglio quella di cui in genere nessuno scrive.
Attraverso i racconti emerge la descrizione di eventi storici così come sono ricordati e riportati da coloro che li hanno vissuti sulla propria pelle, magari da parti opposte della barricata.
Il libro è edito dalla tipografia Andrea Moro su carta prodotta dalle cartiere Burgo di Tolmezzo e forse è solo l’autore ad essere “Forest” e non è per un caso che il titolo sia parte in italiano e parte in tolmezzino, infatti il fulcro del libro è un invito all’integrazione, e non solo linguistica.
Da ultimo va ricordato che l’autore non è nuovo a questo tipo di cose avendo da poco pubblicato il libro “La panchina racconta” dove parla della gente dello appennino tosco-emiliano e del loro modo di vivere permeato da quel clima di contrapposizione tra prete e comunisti, così ben descritto da Guareschi nei suoi romanzi su Peppone e don Camillo.