TARVISIANO- Dall’assessore Moretton i numeri dell’alluvione

Danni per 522 milioni di euro con Malborghetto (190) e Pontebba (141) le aree più colpite dall’alluvione dello scorso 29 agosto, quando la gente dell’Alto Friuli si ritrovò nuovamente messa a dura prova a distanza di 27 anni dal terribile terremoto del 1976.

Al termine di attente verifiche effettuate con le apparecchiature più sofisticate, in particolare modo il Laser-Scan montato sull’elicottero, è stata delimitata tutta l’area alluvionata e sono stati accertati 1108 dissesti compessivi, 84 dei quali riguardano edifici. Più di 4 milioni di metri cubi di ghiaia saranno alla fine spostati dai corsi d’acqua coinvolti nella catastrofe: di questi, 2,750 riguardano il solo Fella, valutato metro per metro per 42 chilometri.

Cifre che spiegano senza margine di dubbio ciò che è avvenuto con l’esondazione del Fella e di altri torrenti della zona, numeri che quantificano l’impegno in prima linea della Regione, attraverso la Protezione Civile e tutte le altre realtà impegnate, nell’opera di ricostruzione e messa in sicurezza del territorio.

Cifre e numeri ma anche progetti ed impegni che il vicepresidente del Friuli Venezia Giulia, Gianfranco Moretton, ha illustrato questa sera a Pontebba – affiancato dal sindaco Clauderotti, dal direttore della Protezione civile Berlasso e da alcuni tecnici – ad oltre duecento cittadini dell’area colpita.

“La gente ha condiviso la nostra scelta di delegare ai sindaci il ristoro dei danni ai privati ed alle imprese – ha commentato alla fine Moretton – mentre la Protezione civile si occuperà delle opere pubbliche mirate ad una fondamentale messa in sicurezza del territorio”.

L’attenzione – ha affermato l’esponente della Giunta, supportato dalle valutazioni specifiche dei tecnici – oltre alla sicurezza complessiva è stata rivolta ai centri abitati, puntando in maniera prioritaria alla salvaguardia delle aree urbanizzate.

In particolare, ha catalizzato l’interesse generale la presentazione di quello che è il progetto individuato quale ottimale per il nuovo ponte che collegherà la località Pietratagliata con la valle, inquadrato non come opera a se stante ma inglobata in un preciso quadro di sicurezza generale.

Scartata da opportune valutazioni di criticità l’ipotesi di ricostruirlo nello stesso punto, studiate altre possibili soluzioni non lontane dall’attuale ponte baily, posizionato circa 500 metri a valle da quello originale crollato con l’alluvione, si è optato per un ponte strallato (ovvero sorretto da particolari tiranti posizionati dal lato di Pietratagliata) della lunghezza di 66 metri, contro i quasi 90 degli altri progetti presi in considerazione, che collegherà la località con il viadotto della statale 13.