ARTA TERME- Positivo il bilancio estivo dello stabilimento termale

Una ripresa dell’ultim’ora che ha pareggiato i conti dell’intera stagione, dando buone speranze alla montagna carnica di trascorrere un autunno caldo e particolarmente ricco di nuovi ospiti; solo nei primi 10 giorni di ottobre sono infatti raddoppiate le richieste in alcuni alberghi di Arta, aumentata del 33% l’utenza dello stabilimento termale della località carnica. Un colpo di coda che sorprende positivamente gli stessi operatori turistici di Arta Terme, che dopo la preoccupante flessione delle presenze registrata nel mese di giugno stanno ora lavorando alacremente per accogliere nelle strutture l’inedita massa di turisti di fine stagione. “In estate il flusso si è mantenuto stabile – riferisce il presidente del consorzio Arta Tur Giovanni Battista Gardel, – gli inizi non sembravano dei migliori. Ottobre invece ci sta regalando un’inattesa percentuale di turisti in più rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, addirittura il doppio delle presenze in alcuni alberghi”.

Chissà che il futuro turistico di Arta Terme non stia proprio nell’offerta “fuori stagione”, in autunno e in primavera, periodi in cui si sente maggiormente il desiderio di relax e di contatto con la natura, che ad Arta certo non manca. Tendenza confermata da Anna Zambelli, responsabile delle Terme, che dichiara di aver ospitato nel suo stabilimento il 33% in più di utenza nei soli primi 10 giorni di ottobre. “Davvero un dato esaltante – commenta la dottoressa Zambelli, – in parte collegabile al desiderio di recuperare le forze dopo l’estate in vista di un lungo inverno, ma che negli anni scorsi non abbiamo mai registrato. Durante l’estate abbiamo invece constatato, a fronte di una minore presenza di utenti, una spesa maggiore nel settore benessere, segno dell’attenzione crescente dei friulani, e non solo, per la cura del proprio corpo, oltre che della salute”.

Niente crisi, quindi. Tocca anzi rimboccarsi le maniche e continuare a fornire servizi di qualità affinché il fenomeno dell’”autunno caldo” di Arta possa ripetersi anche la prossima primavera.