MONTAGNA- Carlantoni: “No alla riduzione delle risorse”

«Una scelta inappropriata e pericolosa, che rischia di far naufragare il settore agricolo in montagna». Il vicepresidente della Provincia di Udine, Renato Carlantoni, ha commentato così il paventato taglio di fondi inserito nella bozza della finanziaria regionale nei settori delle risorse agricole e della montagna. Una riduzione di risorse che dovrebbe sfiorare il 40% del totale, passando dai 120 milioni del 2005 ai 77 del 2006. «L’agricoltura – ha precisato Carlantoni – rappresenta un settore strategico per il territorio montano, dove riveste un’importanza fondamentale non tanto da un punto di vista economico, ma soprattutto ambientale e sociale. E’ increscioso che il solo comparto agricolo sia soggetto ad un taglio così indiscriminato. Se un sacrificio deve essere compiuto, infatti, dovrebbe essere distribuito in eguale misura tra tutti i settori». L’esponente di Palazzo Belgrado spera in un ripensamento da parte della giunta regionale: «C’è tutto il tempo per rivedere l’entità delle risorse prima di approvare il documento contabile. Privare la montagna ed il settore agricolo di tutti questi stanziamenti infatti – ha precisato – potrebbe portare al collasso di quella porzione di territorio, già duramente provata dalla crisi in atto». Le risorse necessarie, per Carlantoni, potrebbero essere recuperate attingendo dai capitoli destinati a Radio Palestina o agli immigrati della legge Illy – Antonaz: «E’ doveroso dare priorità ai problemi del nostro territorio e della montagna in particolare, avendo un occhio di riguardo per i suoi abitanti». Ha aggiunto Calantoni: «Se il documento contabile non venisse modificato, emergerebbe con forza la discrasia tra i proclami elettorali fatti dall’amministrazione Illy in occasione del referendum per la nascita della quinta provincia, che avrebbe dovuto possedere risorse e mezzi aggiuntivi, e la realtà dei fatti: un totale cambiamento di rotta nei confronti della montagna. Un cambiamento – ha concluso – che non farebbe altro che aggravare la crisi già presente in quei territori». Critico anche il presidente del Consiglio provinciale Fabio D’Andrea: «Evidentemente la montagna, a livello regionale, possiede uno scarso peso politico. Fin’ora gli esponenti regionali si sono salvati invocando gli obiettivi comunitari: vedremo cosa sapranno fare quando anche questi strumenti si esauriranno».