GEMONA- Stambecco abbattuto, nota del Parco Prealpi Giulie
La stampa ha già dato ampio risalto all’increscioso episodio di bracconaggio che ha visto come protagonisti, loro malgrado, il Parco delle Prealpi Giulie e una stambecca dallo stesso liberata nel 2002. Il 5 dicembre 2005, nella zona del Mont Cjampon, è stato infatti abbattuto un esemplare femmina di stambecco. In seguito a tale episodio venivano fermati gli asseriti responsabili e veniva inviata dalla competente Stazione Forestale una notizia di reato alla Procura della Repubblica di Tolmezzo.
Certamente l’episodio ha avuto ampio risalto per le modalità dell’abbattimento e della individuazione dei responsabili. Ciò che forse non ha avuto la giusta collocazione è stato il danno causato al Parco, per ciò che la stambecco rappresentava per lo stesso.
Infatti l’esemplare era stato acquistato dal Parco delle Alpi Marittime, ed era stato liberato in data 11 maggio 2002. La liberazione, effettuata alla presenza di varie centinaia di persone, rientrava nel progetto di reintroduzione dello stambecco previsto dal Piano Pluriennale di Gestione della Fauna del Parco. L’esemplare rivestiva una particolare importanza per il progetto in quanto era stato preventivamente munito di radiocollare ed inoltre per primo aveva colonizzato una nuova area con la possibilità concreta, essendo una femmina riproduttrice, di garantire la formazione di una stabile colonia. Per questo era costantemente seguita e monitorata dai faunisti del Parco che sulla stessa avevano riposto molte delle speranze di riuscita dell’ambizioso progetto.
L’abbattimento dello stambecco, oltre a comportare un indubbio danno patrimoniale diretto all’Ente Parco, ha soprattutto significato la perdita di un importante occasione di continuare con successo nel progetto di reintroduzione di questo mammifero, che tanta importanza riveste sia dal punto di vista strettamente naturalistico sia anche da quello dell’immagine ai fini turistici, promozionali e sociali.
Si è trattato inoltre di un atto di barbarie che ha certamente leso anche l’immagine del Parco stesso, e suscitato nell’opinione pubblica una forte reazione di sdegno verso i responsabili dello stesso.
E’ per tutelare tutto ciò, l’attività e l’immagine del Parco e dei professionisti da esso incaricati, che il Presidente dell’Ente, in accordo con il Consiglio Direttivo, ha deciso di sporgere formale denuncia – querela nei confronti dei responsabili di tale atto di bracconaggio per i reati rilevati nei comportamenti sopra descritti, e relativa richiesta di risarcimento danni diretti e indiretti, con l’auspicio che episodi di questo tipo non possano più verificarsi in futuro e che l’attività venatoria venga svolta, fuori dal Parco, nel più assoluto rispetto delle regole dettato dalle leggi in vigore.
