L'articolo Snowboarder in fuoripista salvato dalla Polizia e dalla Gdf a Sella Nevea sembra essere il primo su Studio Nord News.
]]>Gli agenti della Polizia, in servizio sulle piste, allertati da un amico del turista, hanno raggiunto l’uomo e, dopo averlo dotato di ramponi, lo hanno accompagnato in un punto dove le Fiamme Gialle lo hanno aiutato a calarsi lungo un ripido canale. Il giovane, rimasto illeso, era privo degli appositi sistemi elettronici per garantire un idoneo intervento di soccorso. È stato quindi sanzionato per la violazione della normativa sui fuoripista.
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]]>L'articolo Sella Nevea, concluso con successo il recupero degli scialpinisti in difficoltà sembra essere il primo su Studio Nord News.
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]]>L'articolo Intervento congiunto per portare aiuto a due scialpinisti carinziani a Sella Nevea sembra essere il primo su Studio Nord News.
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]]>L'articolo Recuperati i quattro escursionisti bloccati sul Monte Cavallo sembra essere il primo su Studio Nord News.
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]]>L'articolo Interrogazione alla giunta Fedriga del consigliere Zalukar sulla carenza del soccorso sanitario in montagna sembra essere il primo su Studio Nord News.
]]>“L’episodio – afferma Zalukar in una nota – riguarda una ragazza colta da malore in una via centrale del capoluogo carnico, a un chilometro e mezzo dall’ospedale, che è rimasta a terra per lungo tempo nella vana attesa di un’ambulanza che non arrivava nonostante i solleciti al 112. Solo dopo 40 minuti la situazione si è sbloccata grazie all’intervento della Polizia locale, i cui agenti hanno caricato la giovane a bordo dell’auto di servizio e trasportata al vicino ospedale”.
“Tempi di soccorso eccessivamente lunghi in Carnia e nell’intero alto Friuli si ripetono con allarmante frequenza, sforando anche di molto – rileva il consigliere – i tempi massimi indicati dalla normativa che devono essere non oltre gli 8 minuti in area urbana e i 20 minuti fuori dai centri urbani”.
“Nelle zone montane – continua Zalukar- il numero di mezzi di soccorso sanitario operativi non sembra aderente alla normativa nazionale che prevede un mezzo di soccorso avanzato ogni 60mila abitanti, con la copertura di un territorio non superiore a 350 chilometri quadrati. Ma neppure sono rispettate le prescrizioni regionali, visto che non è mai stata attivata l’auto medica a Tolmezzo nonostante sia prevista dal Piano dell’emergenza”.
“Alla carenza di mezzi – aggiunge il consigliere del Misto – si aggiunge il raddoppio dei tempi delle telefonate di richiesta di soccorso dopo l’attivazione del 112 e l’accentramento delle Centrali 118 a Palmanova. A tal proposito, la stessa Corte dei Conti aveva rilevato, nel 2017, nell’ambito della provincia di Udine, che la percentuale di codici rossi sul target in area urbana entro 8 minuti era pari al 29,6% e in area extraurbana al 67,9%, quindi con uno sforamento dei tempi massimi in ben il 70,4% degli interventi in area urbana e in un non trascurabile 32,1% in quella extraurbana”.
“Oltre all’insufficiente numero di autoambulanze – sottolinea ancora il consigliere – sono emersi dubbi anche in merito agli standard professionali degli equipaggi dei mezzi di soccorso. Un numero non esiguo delle autoambulanze in postazione nelle suddette zone montane, infatti, opera con personale convenzionat invece che avvalersi di personale dipendente delle Aziende sanitarie, come prescritto dalla vigente normativa regionale per assicurare elevati standard professionali”.
Zalukar interroga la Giunta regionale anche per sapere quali siano attualmente le percentuali di sforamento dei tempi massimi negli interventi di emergenza-urgenza, evidenziando che “il tempo è un fattore fondamentale per l’esito del soccorso e il perdurare delle carenze quali-quantitative rappresenta un vulnus inaccettabile per la vita, la salute e la sicurezza dei cittadini della Carnia e dell’Alto Friuli”.
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]]>L'articolo Tragedia in montagna, donna precipita e muore lungo il sentiero del monte Amariana sembra essere il primo su Studio Nord News.
]]>La chiamata è arrivata poco prima delle 15 alla stazione di Forni Avoltri del Soccorso Alpino e Speleologico, sul posto con sei uomini assieme alla Guardia di Finanza di Tolmezzo. Per la donna, però, non c’è stato nulla da fare.
Il recupero, che sarebbe stato comunque complesso via terra e non possibile con l’elicottero della Protezione Civile considerata anche la scadenza dell’orario di volo, è avvenuto tramite l’elisoccorso sanitario regionale, che ha calato all’interno dell’impervio burrone tra il Rio Palas e il Rio Cornons il tecnico di elisoccorso del Soccorso Alpino e Speleologico e il medico di bordo, che ha potuto solo constatarne il decesso.
L’intervento si è chiuso intorno alle 16.30.
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]]>L'articolo Recuperato nella notte l’escursionista triestino smarritosi in Val Pesarina sembra essere il primo su Studio Nord News.
]]>L’uomo è stato raggiunto attraverso segnali di luce da lui recepiti nella sua posizione e ricambiati attraverso una torcia che lui stesso aveva. È stato necessario svolgere le operazioni in sicurezza con l’aiuto di una corda sia per assicurare i soccorritori nei salti rocciosi di diversi canali, sia per assicurare l’escursionista. Se le ore notturne hanno reso più complessa la via da percorrere, hanno però agevolato l’individuazione della sua posizione, che di giorno sarebbe stata più macchinosa soltanto con i richiami vocali proprio a causa dei salti e del bosco fitto che non ne avrebbero consentito un preciso avvistamento. Di sicuro l’operazione sarebbe stata nel complesso più semplice se l’uomo avesse avuto con sé uno smartphone e non un telefono di vecchia generazione: lo smartphone avrebbe consentito di individuare subito la sua precisa posizione con uno dei diversi sistemi di georeferenziazione in uso al soccorso.
LE PRIME INFORMAZIONI ARRIVATE IERI
La stazione di Forni Avoltri del Soccorso Alpino regionale sta operando assieme alla Guardia di Finanza di Tolmezzo e ai Vigili del Fuoco in questi minuti nella Val Pesarina per recuperare un escursionista di Trieste di sessantotto anni, P. E. le sue iniziali, che ha perso la via del ritorno durante la sua camminata. La chiamata è arrivata intorno alle 18 dalla Sores, contattata dallo stesso escursionista attraverso il numero unico 112. L’uomo era partito dall’abitato di Pieria per raggiungere il Monte Losa ma durante il rientro, percorrendo alcune tracce di sentiero e delle scorciatoie si è smarrito in una zona boscosa. E’ stato fatto un tentativo di individuare la sua posizione con SMS locator, ma senza buon esito: un po’ per la rete telefonica altalenante, un po’ per il fatto che l’uomo non aveva con sé uno smartphone, ma un telefono di vecchia generazione. I tecnici del Soccorso Alpino hanno dunque cercato di ottenere alcune informazioni dal punto di osservazione del disperso. Egli riferiva di vedere le luci di alcune abitazioni, ma non era chiaro di quale paese fossero. A quel punto i tecnici hanno pensato di azionare i lampeggianti in vari punti e finalmente, quando l’uomo ha riferito di vederle, si è capito che si trovava nel bosco di fronte all’abitato di Truia. I tecnici del Soccorso Alpino lo stanno raggiungendo a piedi lungo sentiero e poi attraverso il bosco.
(le foto sono state scattate durante l’operazione di soccorso)
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]]>L'articolo S’infortuna alla caviglia in Val Dogna, interviene il Soccorso Alpino di Moggio sembra essere il primo su Studio Nord News.
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]]>L'articolo Muore precipitando in un dirupo mentre cerca di attraversare il confine italo-sloveno sembra essere il primo su Studio Nord News.
]]>Non c’è stato nulla da fare per l’uomo caduto nei pressi del Castello di San Servolo questa mattina mentre tentava di attraversare il confine tra Slovenia e Italia a piedi con un compagno e con la moglie.
L’uomo, un algerino, è precipitato per una ventina di metri in un dirupo.
Il compagno è sceso a piedi da solo fino a Trieste a cercare aiuto allertando la polizia.
Sul posto sono intervenuti quest’ultima, due uomini della Forestale, sei tecnici del Soccorso alpino di Trieste, i Vigili del Fuoco, l’ambulanza e l’elisoccorso.
Individuato il corpo dai due uomini della forestale a quindici minuti dal sentiero nei pressi del cimitero di San Servolo, l’elisoccorso ha potuto verricellare un tecnico del Soccorso Alpino e un medico, il quale non ha potuto che constatare il decesso dell’uomo.
A recuperare la salma sono stati i tecnici del Soccorso alpino di Trieste con la barella dopo il nulla osta delle autorità.
I dati dell’uomo sono stati rilevati dalla Polizia.
L’intervento si e concluso alle 14.30.
(nelle foto i soccorritori in azione)
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]]>L'articolo Soccorso Alpino e Speleologico FVG: un servizio costante per 365 giorni l’anno sembra essere il primo su Studio Nord News.
]]>Nuovi reclutamenti e verifiche
Lo dimostra il fatto che sabato 28 dicembre un gruppo di aspiranti volontari del Soccorso Alpino e Speleologico del Friuli Venezia Giulia è stato sottoposto, come previsto dal piano formativo, ad una importante verifica sul campo per testare capacità e competenze. La verifica si è svolta tra i rilievi innevati al confine tra la alta Val Pesarina e il Cadore, nel gruppo del Tudaio di Razzo. Qui gli aspiranti soccorritori, una decina di candidati tra i 25 e i 30 anni tra cui alcune donne, hanno intrapreso alcune prove nell’impiego di piccozza e ramponi su tratti ripidi, hanno preparato gli ancoraggi di soccorso su neve e ghiaccio, si sono mossi con gli sci d’alpinismo su diverse tipologie di neve e hanno compiuto diverse prove di autosoccorso per travolti da valanga con pala, sonda e l’apparecchio di ricerca ricetrasmittente ARTVA. Questo dimostra che il Soccorso Alpino e Speleologico pone sempre la massima attenzione nel reclutamento dei giovani alpinisti da integrare nell’organico regionale, sottoponendoli a prove di verifica in ogni stagione. Un passaggio necessario e imprescindibile.
Il servizio di elisoccorso attivo a Tolmezzo
Per quanto riguarda la stagione corrente si ricorda che per eventuali incidenti in valanga è attivo, finché le condizioni di innevamento lo richiedono, in collaborazione con la Protezione Civile che mette a disposizione il proprio elicottero con base a Tolmezzo, un servizio speciale del Soccorso Alpino e Speleologico della nostra regione che prevede, nella stessa base, la presenza costante di un tecnico di Soccorso Alpino e di una unità cinofila da valanga, pronti ad essere attivati. Un servizio essenziale per garantire tempi di attivazione e soccorso estremamente rapidi, compatibili con la cosiddetta “curva di sopravvivenza” dei travolti da valanga che in media è di soli quindici minuti.
Un nuovo apparecchio ARTVA a bordo dell’elicottero
A questo va aggiunta e ricordata la recente disponibilità presso il Corpo del Soccorso Alpino e Speleologico del FVG di un nuovissimo apparecchio di ricerca dei travolti da valanga (ARTVA) appositamente sviluppato per essere utilizzato direttamente dall’elicottero, al fine, anche in questo caso, di ridurre il più possibile i tempi di individuazione dei sepolti sotto la neve.
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